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Immagine del redattoreMichele Tarzia

La mia Calabria: tra cinema e poesia

Aggiornamento: 21 nov


Filmo la mia terra da più di dieci anni, nel silenzio della mia ricerca,

attraverso uno sguardo romantico e – a volte – critico.

Nessuno, mai, mi ha offerto dei soldi per farne un'immagine di prodotto per la mia Regione.

Come mai? Bè... perché non vivo nel cinema di sistema.

Per loro, non sono nessuno.



Doveroso, per me, scrivere questo pezzo. Non tanto per una questione di rivalsa nei confronti di qualcuno (pensate che di Muccino ho visto solamente questo corto, proprio perché “dedicato” alla Calabria), né voglio sprecare tempo a criticare quest ultimo lavoro. Abbiamo già perso molti soldi per tutto ciò, le parole e il tempo almeno dedichiamoli alla comprensione in divenire di bellezza.

Qui scriverò, seppur brevemente, del mio lavoro. Di come in questi anni ho filmato e scritto senza l'aiuto di nessuno; senza Regione, Comune, Provincia o Stato. Tutto ciò che ho/abbiamo fatto è solo grazie alle autoproduzioni, quelle veramente indipendenti; lottando con dolore e rabbia per esprimere il mio/nostro punto di vista. Sempre!

La Calabria è terra romantica. Per me è come un dipinto di Friedrich, piena di rovine ma con uno sguardo al sublime, sempre in cerca di bellezza e mai senza riuscirci.


[…] Son vivo, qui

nella mia terra.

Lo sarò

finché il vento

non soffierà via le mie foglie.


Basta con questa idea di 'Calabria da costa', da cartolina. Lanciare e ri-lanciare video su video per far capire agli altri che abbiamo il mare, le montagne, i borghi... (noi la conosciamo la nostra terra), non abbiamo la necessità di specularci su, né tanto meno parlare e far parlare sempre delle stesse cose.

Non è solo Muccino. Siamo anche noi, che da calabresi, vediamo la nostra terra sempre ad occhi chiusi. Basta con i film inutili e tristi sul Sud povero, sull'Aspromonte mafioso e sui personaggi osannati.

Ragioniamo sul senso di appartenenza, sul senso dei luoghi e, magari, leggetevi qualche libro in più, come ad esempio quelli di Vito Teti. Esplorate i nostri territori, amateli – immergetevi senza prudenza né preconcetti.

Apriamoli questi occhi.


Guardatevi il film di Jonny Costantino e Fabio Badolato Le Corbusier in Calabria (2010), un'opera splendida, piena di rovine e con una visione di Calabria intensa e sensoriale.

Guardate questo di cinema e non quello che passa sui tappeti rossi o di fantomatici

registi calabresi "persi" nei meandri delle produzioni commerciali.

Il loro sguardo è puramente opportunistico e, per questo, ipocrita.


In questa mia poesia, Calabria, scrivo di come la nostra terra abbia bisogno seriamente di amanti. Bisogna che la si ami di più, un po' come Dante amò Beatrice.

Bisogna far risvegliare l'anima delle persone affinché ci sia una consapevolezza di sentimento, di fede, di voglia di curiosità.


Se bastasse un sogno a riempire una vita

non saremmo più donatori di speranza,

diventeremmo automi d'altri tempi.

Mille sogni per riempire una notte

e dormire nell'obliò della resistenza.

Cento incubi per viver d'amore

con una luce bianca

che risplende di candore.

Calabria,

terra dolce e amara

mistica e amena.

Terra d'arrivo e di restanza,

madre di sogni

e sognatrice di figli.

Oggi ascolto -

con orecchie nuove,

i canti dimenticati.

Quei lamenti

sospiri

che ci hanno accompagnato per lunghe storie

battaglie

rovine

lasciandoci, dentro -

una fenditura rurale

che si affaccia alla vita

con nobiltà infinita.



Ed è qui, che poi la parola diventa immagine. Diviene un filo narratore che ci porta con sé per un lungo viaggio.

Perché sapete, penso che la nostra terra non abbia bisogno di essere raccontata, ma che abbia, ora più che mai - la necessità di farsi ascoltare e, ancora oggi, noi questo non l'abbiamo capito. Non tutti forse...


Il mio modo di filmare, in questi anni, ha modificato il percorso varie volte, mantenendo viva, però, una concezione: la coerenza.

Una serie di film realizzati in questi lunghi tempi, alcuni con {movimentomilc} e Vincenzo Vecchio, altri portati avanti da solo, fanno vedere una logica visione che esiste un altro mondo oltre i cliché quotidiani, oltre le false aspettative delle persone.


Nel 2012 realizzammo Ritratti, un'opera selezionata in concorso al Torino Film Festival - che prende in esame il tema delle migrazioni - e parlare, quindi, di come sia possibile trovare una vita altrove mantenendo forti le radici con la propria terra. Questo concetto è ben spiegato dall'antropologo Teti, quando parla della persona 'nostalgica' e 'anostalgica'.

Ritratto con parentesi graffe (2015) è il mio primo film autobiografico, girato in Calabria e con uno spiraglio che si affaccia alla Francia. Uno sguardo intimista sul senso delle cose. Sguardi sulla città (2011), rappresenta il mio esordio nelle immagini in movimento. Un piccolo film dedicato al vissuto nella città dello Stretto.

L'insostenibile leggerezza dell'essere statua (2011) è il nostro primo documentario. Un vagheggiare per le vie delle città (Reggio Calabria e Messina) seguendo una statua vivente, un mimo.



Ecco, seppur diversi, ma con spiriti affini – questi film rappresentano il legame che indissolubilmente ci chiama a rappresentare il nostro territorio con grande umiltà e rispetto.

Vi lascio, dunque, nella speranza che questa riflessione condivisa - attraverso la mia visione, possa essere di stimolo per alcuni di voi. Del resto, sia la poesia che il cinema, sono mezzi di apertura al mondo, apprezzabili o meno, servono – secondo me, ad attivare una resistenza di pensiero.


Ecco,

io e te, Meridione,

dobbiamo parlarci una volta,

ragionare davvero con calma,

da soli,

senza raccontarci fantasie

sulle nostre contrade.

Noi dobbiamo deciderci

con questo cuore troppo cantastorie.

Franco Costabile


 

Per le immagini, in ordine di apparizione:

Frame da video di famiglia (autore sconosciuto)

Frame dal film Le Corbusier in Calabria (2010) - BaCo Productions

Frame dal film Ritratti (2012) - {movimentomilc}

Frame dal film Ritratto con parentesi graffe (2015) - M. Tarzia


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